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Le principali novità in materia di lavoro

“Niente sarà più come prima“: quante volte l’abbiamo sentito pronunciare? Per un certo verso questo è già successo nel mondo del lavoro. Lo smart working sta cambiando totalmente gli equilibri nello stile di vita, ma anche il lavoro nel suo senso più pratico e nelle richieste di nuovi profili di lavoratori, più in linea con il presente ed eventualmente, con il futuro.
Già perché oggi non siamo affatto alla conclusione del processo di cambiamento. Anzi, siamo appena all’inizio.
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Donne & Lavoro un mese dopo: continua il monitoraggio di Le Fonti Tv

Milano, 8 aprile 2021 – A un mese esatto dalla maratona Tv Donne & Lavoro, organizzata in corrispondenza dalla Giornata Internazionale per i Diritti della Donna, Le Fonti rinnova l’impegno a monitorare in maniera periodica e costante le imprese di tutti i settori strategici, segnalando le realtà virtuose e quelle che, invece, sul tema della parità di genere non si sono ancora allineate agli standard della società del futuro.

Partiamo dal comparto assicurativo. Rispetto a quanto già segnalato lo scorso mese (delle 60 società che compongono i primi 10 gruppi assicurativi classificati in base alle raccolte premi nei rami danni e vita solo il 10% è guidato da una CEO donna e il 25,9% dei CdA è comosto da donne), il settore ha visto nell’ultimo mese un’importante nomina: il Consiglio di Amministrazione e l’Assemblea di Allianz Spa hanno infatti rinnovato i vertici della Società, nominando Claudia Parzani nuovo presidente. La Parzani succede a Carlo Salvatori, che era in carica dal maggio 2012. In parallelo si attendono i rinnovi del CdA di Cattolica Assicurazioni, previsti per i prossimi 13 e 14 maggio, sperando che l’attenzione alle quote rosa rimanga alta.

Passando alle società quotate, secondo l’Osservatorio permanente D&I di Le Fonti avviato l’8 marzo scorso sulle prime 10 società quotate di capitalizzazione, le aziende più virtuose risultano essere Eni ed Enel con il 50% di donne nei board, ben il 15% in più rispetto alla media pari al 35%; ultima in classifica è invece CNH Industrial, nel cui CdA sono presenti solo due donne sui dieci componenti totali. Grande fermento ora per le nuove nomine all’interno delle società quotate: saranno infatti 115 gli Organi sociali, di cui 74 CdA e 41 Collegi sindacali, in 90 Società che procederanno nei prossimi mesi con il rinnovo nel corso delle rispettive assemblee di bilancio. 

Si muove il risiko della diversity nei grandi studi legali, dove si registra un movimento di peso: Alberta Figari lascia Clifford Chance e passa in Legance. Così, lo studio guidato da Filippo Troisi scavalca BonelliErede nella classifica “Diversity” realizzata dal Centro Studi Le Fonti Legal, con il 23% di partner donne. Mentre sprofonda Clifford Chance, che già contava solo tre partner di sesso femminile su un totale di 17. Ora ne restano solo due. Per il resto, da segnalare il giro di promozioni in Dentons, con tre nuovi partner di cui una donna (la percentuale sale al 18%) e la nuova nomina in Gatti Pavesi Bianchi Ludovici, che invece ha riguardato un avvocato uomo.

Infine, nell’asset management, secondo una recente ricerca di Morningstar, la situazione è peggio che in altri settori. Sembra infatti che il tempo si sia fermato a 20 anni fa. Dal 2019 al 2020 la percentuale di gestori di sesso femminile nella industry non è cambiato, mantenendosi al 14%.

Nel 2019 Assogestioni ha pubblicato e introdotto le “Linee Guida sulla diversità e  l’inclusione nelle società di gestione del risparmio. Nel nostro Paese, sono ancora poche le posizioni apicali ricoperte da donne: tra queste menzione di merito per Amundi, che in Italia vede la leadership di Cinzia Tagliabue e un alto grado di inclusione all’interno dei ruoli chiave della società. Male invece altre realtà più vicine come Banor nel suo aggregato di SIM e società di gestione, all’interno della quale la componente femminile non arriva a 25% del totale sono solo 3 le posizioni di leadership occupate dalle donne all’interno della struttura. Utile ricordare come anche l’inclusione e la politica di pari opportunità, siano alla base dei criteri ESG di cui da anni si parla e che da poche settimane sono diventati legge in tutta Europa.


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