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Vacanze e italiani: 10 milioni restano a casa per difficolta’ economiche

Vacanze last minute, disdette e variante Delta: ecco l’estate che aspetta gli italiani tra incertezze, voglia di rilassarsi e lasciarsi alle spalle questo anno. Eppure, saranno 10 milioni coloro che, per varie ragioni, non si concederanno del meritato riposo. Il punto della situazione con Alfredo Zini, presidente imprese storiche.

Con il nostro instant focus oggi vogliamo parlare di vacanze, ovviamente un argomento sempre bello da discutere, ma legato al momento che stiamo vivendo, se fino a qualche mese fa non vedevamo l’ora che tutto riaprisse per pensare alle vacanze, oggi leggiamo molte notizie che in qualche modo ci riportano un po’ all’incertezza, dai numeri che si leggono, ci si rende conto delle questioni che ancora emergono in merito alle vacanze in Italia. Io saluto Alfredo Zini, presidente imprese storiche. Tu ci aiuti a fare sempre un bilancio delle varie situazioni, quindi partirei proprio dal prima tema. 10 milioni di italiani non andranno in vacanza, proprio perché mancano i soldi, alcuni hanno perso il lavoro, altri hanno chiuso le loro attività oppure non hanno una visione lungimirante di quelle che sono le possibilità economiche. Ti risulta questa cifra? Davvero così tanti italiani non andranno in vacanza?

Si i numeri sono quelli e non vorrei che aumentassero di qualche milione nelle prossime settimane, molte aziende stanno chiudendo e molti lavoratori sono in difficoltà. Un numero sicuramente allarmante, un settore che è già in difficoltà già da 2 anni.

Si infatti, come ho preannunciato, si pensava ad uno scenario completamente diverso, un po’ perché non si vedeva l’ora di andare in vacanza, il fatto di tornare a muoverci e rilassarci e un po’ perché avevamo riposto molta fiducia nei vaccini. È stata un po’ un’ennesima doccia fredda.

Si il tema delle varianti sta condizionando il tema delle ultime prenotazioni o addirittura delle ultime rinunce perché naturalmente i casi sono in aumento e la gente ha sempre più timore, poi c’è tutto il dibattito per il pass che condiziona quelle che sono le scelte anche dei turisti che devono venire in Italia o degli italiani stessi che devono muoversi in un’altra regione, c’è ancora molta incertezza e difficoltà, ma soprattutto molta paura. I vaccini aiutano, ma purtroppo abbiamo ancora un cittadino italiano che sottovaluta quella che è l’importanza di vaccinarsi e mette a repentaglio un intero sistema, che è quello turistico, ma che condiziona in futuro anche l’economia del nostro paese.

Assolutamente si, ma voglio leggere anche l’altra notizia. Vacanze e variante delta, sembra che ci sia stato un boom di disdette, è presto detto, intanto bisognerà vedere come la variante si diffonderà, perché anche per l’estero è difficile prevedere cosa succederà, ci sono paesi che stanno già parlando di coprifuoco ad esempio, quindi di conseguenza la scelta della vacanza si muoverà anche secondo le scelte dei singoli paesi. Pare che non ci siano mai stati così pochi turisti italiani all’estero, in zone che sono notoriamente prese d’assalto, come la Grecia e insomma, le disdette forse sono ancora peggio, perché gli imprenditori hanno fatto dei calcoli che non sono più quelli.

Si certo, c’è un settore, che è quello delle agenzie di viaggio per portare gli italiani all’estero, che è in crisi. La Spagna è un altro di quei paesi a rischio, Barcellona sta chiudendo e c’è sempre la paura di andare in un paese che dopo pochi giorni chiude e ti mette in quarantena, quindi una vacanza di una settimana rischia di tramutarsi in tre settimane di cui due però passate in quarantena a dover scontare una situazione complicata anche se si è negativi. Quindi questo tema è anche importante, di cui gli italiani stanno tenendo conto per la paura di dover scontare la quarantena al loro ritorno o addirittura in quel paese, questo problema peserà anche nelle prossime ore perché la variante che sta crescendo farà sicuro ripensare qualcuno. Detto questo sicuramente potrà beneficiarne il turismo interno, che va relativamente bene, per il solito movimento delle seconde case o visite ai parenti, mare e montagna fanno sempre da padrone, anche se dall’altra parte, c’è sempre quello spettro della mancanza di personale e quindi di garantire dei servizi importanti agli ospiti.

Ecco quindi pare che potrebbe essere un’estate last minute, in base alle decisioni dell’ultimo minuto si prenoterà, ti stavo proprio chiedendo cosa si predilige nella scelta e pensavo proprio alle seconde case perché appunto, sono a casa mia e quanto meno mi gestisco come voglio.

Certo soprattutto anche rispetto alla paura di contagiarsi, perché se raggiungi parenti o amici rimani un po’ più protetto rispetto a quella che è l’evoluzione della pandemia e questo sicuramente da un punto di vista personale ti mette al riparo, dopo di che il fatto di poter andare in vacanza dopo un anno e mezzo in una situazione che non è sicuramente facile per nessuno, è proprio una necessità perché veniamo da un anno duro che ci ha provato molto.

 Il problema è che appunto, magari si spendono dei soldi per restare con la paura, perché ci sono persone che nemmeno vogliono uscire di casa, oppure con la paura di spendere perché non si sa cosa succederà dopo da un punto di vista economico e lavorativo spaventa molto. Prima parlavamo di boom di disdette all’estero, per la paura di rimanere bloccati, questo dovrebbe quindi favorire la nostra economia interna, è così? Oppure anche in Italia la situazione è la stessa?

In parte si, anche per una questione di facilità di raggiungimento, con la propria macchina e quindi meno rischio, d’altra parte non abbiamo considerato che c’è anche la paura di rientrare magari a settembre nei luoghi di lavoro e perdere poi il posto, la questione è molto aperta nel senso che l’autunno caldo sarà quello del mantenimento dei posti di lavoro e la non chiusura di imprese, perché ricordiamo che gli aiuti che hanno ricevuto sono davvero pochi e i costi di mantenimento molto alti, quindi una delle possibilità sarà quella dei licenziamenti, mettendo in difficoltà soprattutto famiglie.

Certamente, i prezzi. Tasto dolente. Con questa situazione, con il fatto che ci sia incertezza, le disdette e il fatto che molti aspettano il last minute, come sono i prezzi? Perché molti lamentano un aumento.

I prezzi sono aumentati ma perché ovviamente è aumentato tutto, la luce, i servizi, il costo del carburante e quindi ogni volta che devi dare un servizio, il tuo servizio costa di più, diciamo che non oscillano cifre stratosferiche e bisogna magari fare attenzione a fare la scelta giusta, visto che sarà un’estate fai da te o comunque a basso raggio kilometrico. Gli imprenditori non se la sentono comunque di aumentare i prezzi però perché sanno che il fallimento è dietro l’angolo.

Ecco, tu parli con loro, di cosa hanno timore principalmente? Che magari in autunno si torni come prima, il fatto che gli aiuti non arrivino o magari che il governo non metta a punto dei provvedimenti efficaci, ecco quali sono le maggiori preoccupazioni?

Diciamo che sono due: quella di non avere turisti, se parliamo di una città come Milano e quindi non avere degli ingressi certi che possano portare benessere e la ripartenza di quell’economia di cui l’Italia va fiera, quella delle fiere, del made in Italy, che naturalmente sono fermi, quindi la paura è quella di non avere soldi liquidi da non avere nelle tasche delle banche. E poi ripartiranno quelle che sono le tasse, perché quest’anno ce le siamo un po’ tolte, ma bisognerà capire cosa succederà magari da novembre, se vorranno gli acconti, quindi la preoccupazione sulla gestione economica delle proprie imprese.

Quale può essere il consiglio per chi deve affrontare questo periodo di vacanze?

Di rilassarsi il più possibile e mettersi alle spalle i problemi, o di affrontarli in maniera serena dopo aver fatto quindici giorni di vacanze, anche se è facile a dirsi ma un po’ meno a farsi per gli imprenditori che hanno comunque la responsabilità di dipendenti. Nessuno credo abbia voglia di lasciare a casa persone, soprattutto nelle micro e piccole imprese, per le quali i collaboratori sono delle risorse, mentre per le grandi il problema del licenziamento è un altro tema.

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