Coronavirus e Banche Centrali. Nel pieno della crisi quale ruolo hanno Bce e Fed? Giancarlo Marcotti: “L’Unione Europea non esiste nella realtà, e promuovo chi disgrega la moneta unica”
Banche Centrali, Christine Lagarde, Unione Europea, moneta unica e naturalmente Coronavirus.
Il fondatore e responsabile di Finanza in Chiaro, ospite di Manuela Donghi, non gira certo troppo attorno alle questioni più calde del momento: “Si sta verificando ciò che avevo ampiamente previsto. Nel 2008 con la crisi, i tassi erano intorno al 6-6,50%; le Banche potevano abbassare i tassi e andare incontro all’economia perché c’erano gli strumenti. Ora invece non ci sono e anche se ci sono non sortiscono effetti”.
Il riferimento è chiaramente alla recente decisione della Fed, che immediatamente non ha avuto la sperata reazione dei mercati. Insomma, “le Banche Centrali possono poco”, sostiene Marcotti, a partire proprio dalla Bce.
La polemica si concentra sulle parole della numero uno dell’Istituto, Christine Lagarde : “Non siamo qui per “chiudere gli spread. Ci sono altri strumenti e altri attori per gestire queste questioni“. “Chiudere lo spread” ossia tenere sotto controllo il rendimento dei titoli di Stato, così che il costo del debito non esploda per un paese con le finanze pubbliche fragili, come l’Italia. Dopo le parole ben note, i rendimenti dei titoli di Stato italiani sono esplosi dall’1,22% fino a un picco dell’1,88%.
Che voto va dato, quindi alla Presidente?
“Io le do un bel 10! Perchè essendo contrario alla moneta unica, tutti quelli che fanno qualcosa per disgregare l’Euro, io li promuovo”, afferma convintamente Marcotti, rincarando la dose con un giudizio non propriamente benevolo nei confronti dell’Unione Europea, che definisce addirittura “lager”. Secondo il responsabile di Finanza in Chiaro c’è eccessiva Unione Europea, soprattutto per quanto riguarda l’Italia: “L’Ue non esiste nella realtà”, dice.
Naturalmente tutto ruota intorno alle previsioni economiche post-Covid19, sperando che l’emergenza possa rientrare presto. Ma la riflessione è proprio questa: cambierà qualcosa anche a livello europeo? Sembra di essere tornati indietro anni luce con barriere, controlli, limiti nella circolazione. Certo, l’Unione Europea avrebbe bisogno di un restyling, ma a sensazione, questo nuovo “schema di vita” non sembra piacere agli italiani.
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