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Pil in crescita del 4,7% nel 2021: ma ne siamo proprio sicuri?

“PIL in crescita, ma ne siamo proprio sicuri?”. È questa la domanda provocatoria attorno a cui si è focalizzata la nuova puntata settimanale di “Il fatto di Marcotti”, tra ripresa economica, nuove stime e Recovery Plan.

Eccoci con l’appuntamento quotidiano del fatto di Marcotti, che ormai ci ha preso gusto ed è sempre qui, per la seconda settimana di seguito è qui con noi. Diciamo che di settimana in settimana arrivano notizie sempre più positive sul fronte Covid.

Ho visto che nella trasmissione che mi ha preceduto, c’era il punto di domanda, ma insomma il titolo era l’immunità di gregge e quindi speriamo. Sarebbe una cosa molto brutta una ricaduta, non auguriamocela.

Peraltro sempre più regioni stanno entrando in zona bianca, quando abbandoneremo la colorazione, vorrà dire che ci siamo lasciati alle spalle il tema covid, ma diciamo che il ritorno alla normalità è già avviato, ora rimane il nodo delle discoteche, tu mi dici sempre che fai tardi, ma non per andare in discoteca, ma comunque è molto importante per il comparto turistico, perché da quando hanno chiuso non hanno mai più riaperto, ovviamente con misure cautelari e sicurezza.

Dovrebbe essere l’ultimo passaggio quello delle discoteche e quello degli eventi, che richiamano anche il settore internazionale.

Con te volevo partire proprio dai dati del PIL, avevamo dato nella puntata scorsa qualche dato, ma nella settimana che ci ha preceduto sono circolate delle notizie positive per quanto riguarda la ripresa del nostro paese. 4,7% nel 2021, io ci ho messo una domandina provocatoria, ma se siamo proprio sicuri? Perché ora c’è un pochino più di ottimismo sulla ripresa economica però è chiaro che ci vuole un consolidamento, che potrà avvenire tramite molti fattori, che devono procedere in modo spedito, quali?

Io mi auguro che cresca ancora di più, non sono un disfattista, io ritengo di essere un realista ma il futuro dirà chi ha ragione. Per quanto riguarda le previsioni questo dato di 4,7% per l’anno, sono migliorative rispetto al precedente, certo questo vorrebbe dire che arriviamo a superare la crisi del Covid solo nel 2022 quindi abbiamo ancora più di un anno e mezzo solo per tornare ai livelli pre Covid e noi, lo ricordo sempre perché questi sono i numeri sebbene negativi, il nostro PIL massimo oramai risale a 14 anni fa, era il 2007, da allora con la crisi è sceso, ci sono stati dei periodi in cui ha cercato di risalire e poi è arrivato pure il Covid. Comunque è vecchio di 14 anni, mentre in altri paesi in Europa non è così.

Leggiamo anche un’altra cosa che si aggancia a ciò che dicevi, che dobbiamo tornare a 14 anni per vedere un rialzo sul PIL, leggevo che le previsioni sul PIL negli ultimi 10 anni sono sempre state disattese, cioè si è parlato di PIL in crescita e poi si è verificato il contrario. Confermi?

Purtroppo è così, ma c’è anche un motivo per cui le stime si sbagliano, ovvero le stime del governo spesso sono un po’ gonfiate anche per dare un po’ più di fiducia, se le cose già vanno male andranno peggio, le cose vanno bene andranno meglio.

No beh certo, il così detto sentiment in finanza è importantissimo, perché quando la fiducia delle aziende cresce vuol dire che queste tendono ad investire e di conseguenza anche quella dei consumatori, certo non è statistico per l’andamento dell’economica, ma aiuta a rilassarsi.

Si in finanza usano appunto questi termini e poi delle similitudini un po’ strane, si dice che i primi a partire sono i paesi in via di sviluppo, poi i grandi paesi e poi quelli già sviluppati. Ancora prima, il primo segnale che le cose dovrebbero migliorare, ci arrivano notizie positive dai sentiment degli operatori di mercato, il sentiment positivo viene spesso associato al fischio che da indicazione al treno di partire, che non è ancora partito, ma quel fischio significa che stiamo per partire, quindi si usano un po’ queste similitudini, ma speriamo che siamo in questa situazione e ci sono tutti i segnali che indicano che stiamo per ripartire.

Bisogna vedere se strada facendo non ci sono dei rallentamenti, che anche se si parte in orario preciso, l’orario di arrivo subisce delle variazioni, ma li come si fa a dire. Ma è anche per questo che le previsioni lasciano il tempo che trovano, perché magari il sentiment in quel momento è positivo, c’è un ottimismo mentre strada facendo subentrano altre questioni.

Però guarda, non per essere ottimista, però bisogna anche vedere perché le previsioni le fanno diversi istituti, c’è Confindustria, la Banca d’Italia e allora se un po’ tutte vanno nella stessa direzione, difficile che tutte sbaglino, quindi questo miglioramento delle stime di crescite di questi giorni, è un po’ visto non solo da Banca d’Italia o dal governo, ma anche da JP morgan che ha dato un buon report. È chiaro, che il secondo trimestre, verrà raffrontato con il secondo trimestre dell’anno scorso che è stato disastroso, quindi quando andremo a raffrontare la crescita di questo trimestre del 2021 con quello del 2021, sicuramente ci sarà una reazione positiva molto molto importante, ma dobbiamo ricordare che raffronteremo la cosa con quello che è stato il peggior trimestre della storia.

Sarebbe meglio quindi confrontare le stime di mese in mese?

Rispetto al trimestre scorso, in questo caso ha più senso, in generale in trimestri omogenei sono migliori da confrontare, faccio l’esempio dell’ultimo trimestre dell’anno, che essendoci Natale, le feste, è un trimestre anomalo, con un balzo nei consumi e persone che prendono la tredicesima. In questo caso non avrebbe molto senso, perché se noi quest’anno faremo un +8% sul secondo trimestre, adesso lo dico non voglio essere smentito, ma teniamo conto che lo facciamo rispetto ad un trimestre disastroso, quindi bisogna essere cauti nell’ottimismo, raffrontandolo con un 2020 che dovremo lasciarci alle spalle, spero che si arrivi a parlare del 2020 come il 48, un anno da dimenticare in cui è successo di tutto, speriamo che il 2020 venga ricordato così, ma che resti unico.

Non è che mi sei diventato ottimista? Quando arriva una previsione, bisogna metterla certo a confronto con l’anno precedente, ma anche capire cosa può mettersi in mezzo a questa previsione, nel bene e nel male, perché laddove ci sia una previsione al ribasso, non è detto che non venga superata, non stiamo ragionando solo in termini negativi. Peraltro mi riaggancio anche ad alcune parole di Ignazio Visco che ha parlato ieri da Trento, ha fatto ancora un po’ il punto della situazione, lui dice che nulla sarà come prima dopo questa pandemia, peraltro ti chiedo se sei d’accordo con queste sue parole. “anche prima avevamo uno stato molto presente nell’economia, intorno al 45% che è una dimensione ampia”. Riscontri questa presenza?

Si, io non è che sia molto positivo e un grande statalista, già il 45% è un’enormità, ovviamente nei periodi di crisi, il peso dello stato aumenta ancora di più, perché deve supportare chi perde il lavoro etc, quindi in questi periodi l’impegno tende ad aumentare, già c’era prima, ora ancora di più.

Abbiamo parlato di PIL in crescita, ma dobbiamo sempre fare i conti con il nostro debito pubblico e tal proposito Visco ha detto questo, è ovvio che abbiamo avuto un aumento del debito pubblico straordinario durante questo anno per il sostegno e la ripresa, però ora bisogna fare i conti perché bisogna cercare di rientrare.

Questa previsione di PIL al rialzo, in parte, viene attribuita in parte, non totalmente, al fatto che già entro l’anno inizieranno ad arrivare i fondi del Recovery Plan, ora dovunque si spendano i fondi, comunque aiuteranno a far crescere il PIL, noi ovviamente speriamo che quello che continua a dirci Draghi sia vero, che siano spesi bene e ci crediamo anche se, se dovessimo guardare al passato, la spesa pubblica ha fatto molto discutere, quindi se dovessimo guardare al passato non dovremmo essere ottimisti, ma crediamo pure che vengano spesi bene, comunque sono dei prestiti, attenzione. Perché il prestito non ti fa diventare ricco, anzi. Io faccio sempre l’esempio, se voglio acquistare una macchina di lusso, me li faccio prestare e trovo chi me li presta, io acquisto la macchina, ma non per questo sono diventato ricco, perché ora ho si una macchina di lusso, ma anche un debito che dovrò ripagare.

Azzardo una cosa, di cui abbiamo parlato fuori onda. Sarebbe in prospettiva futura, meglio pensare ad una casa? Sai la macchina la compro, il giorno dopo è già svalutata, però io devo comunque continuare a pagarla. Il mattone rappresenta sempre l’investimento e qui torniamo sul discorso di Draghi, se la costruisco bene e la tengo bene, mi può servire per raccogliere i frutti, quindi rientro nel mio investimento, mentre nella macchina no.

Assolutamente, l’hai detto tu ma lo ribadisco, la differenza tra spesa ed investimento. Una spesa è qualcosa che termina così, l’investimento ha delle ripercussioni nel tempo, dato che poi il prestito lo devo comunque restituire, se i soldi sono stati ben investiti, può darsi che abbia più facilità nel restituire il mio prestito, perché l’investimento mi ha fruttato. Quindi questo è quello ci auguriamo per l’Italia. Un conto è dirlo, un conto è farlo, perché Marcotti guarda al passato e da quel punto di vista non siamo stati oculati nei nostri investimenti, spesso abbiamo sperperato, se abbiamo un debito pubblico elevato dovremmo avere dei grandi servizi e sappiamo tutti che non ci sono. Dovremmo avere una pubblica amministrazione che funziona bene, perché il debito pubblico serve anche per finanziare la pubblica amministrazione, eppure non è efficiente, quindi in passato non siamo stati virtuosi, ma la speranza è che le cose cambino da questo punto di vista, credo a Draghi, non voglio partire prevenuto, ma queste cose vanno sottolineate. Questo paese deve cambiare altrimenti la situazione non migliorerà.

Riassumendo il titolo di oggi “PIL in crescita ma ne siamo proprio sicuri?”, Ni. Ma dobbiamo inserire nello stesso pacchetto le riforme, il timing, per esempio ieri so che non c’entra nulla come concetto, ma a volta si parla di dossier che devono venire riaperti perché è stato commesso un errore, poi magari ci vogliono altri anni. E allora li non abbiamo fatto nulla, se la decisione è stata presa, ma ci mettiamo un anno ad arrivare, funziona allo stesso modo, quindi il tempo.

Si, in più e qua sono ancora abbastanza pessimista, sui soldi del Recovery Plan abbiamo dei vincoli che devono essere spesi in una certa maniera. Allora, l’economia green e la digitalizzazione okay, può essere il futuro, anche se sull’economia green non siamo cos indietro rispetto agli altri paesi d’Europa perché abbiamo avuto delle leggi che hanno incentivato, quindi non partiamo proprio in svantaggio. Sulla digitalizzazione invece siamo indietrissimo, quindi li magari un investimento oculato serve. Ma a parte questi due settori, ce ne sono alcuni che non riesco a capire come si facciano a spendere tutti qui soldi, quindi io vorrei anche che quei soldi fossero spesi per le cose per cui gli italiani hanno maggior bisogno quindi una pubblica amministrazione più efficiente, se davvero dovessimo investire bene i soldi in questo o nell’istruzione o nella sanità, avremmo un paese che funziona meglio e allora chiaramente sarebbe un buon investimento.

Essere efficienti vuol dire tante cose, è la chiave di tutto, non solo realizzare l’idea, ma anche mantenerla.

Si forse noi italiani siamo più creativi che non efficienti, ma è anche una nostra caratteristica.

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