Il falso problema dell’inflazione: la spiegazione di Marcotti nell’evento di Le Fonti Tv

Instant focus diventa un evento e ci concentriamo su un tema, in questa puntata, che sta tenendo un po’ con il fiato sospeso tutti quanti, non solo se si parla di finanza in senso stretto, non solo per gli operatori del settore, ma se si parla di economia reale, che riguarda i consumatori, le imprese, tutti noi che acquistiamo e ci misuriamo con l’economia quotidiana. Il tema è l’inflazione, l’abbiamo detto più volte. La domanda è, chi ha paura del caro-prezzi? Microfoni aperti con le vostre domande che potete farci arrivare o considerazioni, a cui risponderà Giancarlo Marcotti, di Finanza in Chiaro. Buongiorno Giancarlo.

Buongiorno Manuela e come di consueto un saluto a tutti i nostri telespettatori.

E con Giancarlo andremo a vedere che cosa si intenda veramente per inflazione e riprenderemo dei concetti che molti di voi conoscono a menadito, faremo proprio una lezione iniziale per arrivare a fare delle riflessioni del caso. Io parto proprio dalla base, se vogliamo dare la definizione esatta di inflazione, si tratta dell’aumento prolungato del livello medio generale dei prezzi di beni e servizi in un dato periodo di tempo. È utile però cominciare a capire gli aspetti economici. Partiamo da qui, tu daresti un’altra definizione di inflazione?

Assolutamente si, ribalto subito la trasmissione perché quella definizione è praticamente la definizione che compare su tutti i libri di economia, nella realtà non è così, cioè l’inflazione non è l’aumento generalizzato dei prezzi o meglio, si può verificare anzi, quando c’è inflazione i prezzi aumentano, ma attenzione, questo aumento può non essere rilevato dall’indice generale dei prezzi al consumo, che invece viene utilizzato quando i media parlano di calcolo dell’inflazione. Quando i media parlano di inflazione si riferiscono nella realtà all’indice generale dei prezzi al consumo, se è aumentato allora dicono inflazione e ovviamente se aumenta di molto l’inflazione è una cosa preoccupante, se aumenta di poco è una cosa naturale. Ora il fatto è questo, nella realtà, l’inflazione non è questa, ma è la perdita del potere di acquisto della moneta e ora bisogna spiegarlo. Perché l’inflazione può esserci anche quando non si rileva un aumento generalizzato dei beni al consumo, come può non esserci quando invece questo aumento viene rilevato. Mi spiego. Noi possiamo avere un aumento del costo della vita anche in assenza di inflazione, il motivo è semplice, i prezzi possono aumentare per esempio per l’aumento della tassazione, in quel caso c’è solo una redistribuzione del reddito. Noi stiamo parlando di macro economia, capisco che le persone che non conoscono, sono abituate a parlare in termini micro economici, ora la macro economia deve vedere il fenomeno al livello macro appunto, quindi non dobbiamo vedere i casi particolari, se c’è una redistribuzione del reddito, tutto questo non è inflazione.

Infatti la cosa giusta è dire che l’inflazione è un aumento generalizzato dei prezzi, quando tutto sale non quando sono colpiti solo alcuni settori.

Certo, ma non è detto che se tutto sale ci sia inflazione, non è una corrispondenza biunivoca, accade una cosa ma non è detto che accada all’inverso, è questa la cosa che si confonde. Io ho detto che l’inflazione è la riduzione del potere di acquisto della moneta, ecco, quando si verifica la riduzione del potere di acquisto? Fondamentalmente lo aveva già detto uno dei padri dell’economia dell’800, questa diminuzione del potere di acquisto della moneta, si verifica quando c’è una sovra emissione di moneta, ossia quando le banche centrali, ma anche le banche ordinarie, emettono più moneta del necessario, allora c’è uno squilibrio tra domanda e offerta. Queste sono per definizione un’uguaglianza, perché la domanda è data da tutta la moneta che c’è in circolazione, l’offerta è tutti i beni che ci sono, quindi con tutta la moneta che c’è in circolazione si può comprare tutto ciò che c’è, per questo sono sempre un’identità, ma se noi aumentiamo la domanda, ma contemporaneamente non aumentiamo anche l’offerta, ovvero non aumentiamo la produzione e i beni prodotti, allora c’è un aumento della domanda a cui non risponde l’offerta, dato che le due devono essere identiche per forza, l’unica cosa che le fa risultare identiche è che i due si pareggiano perché aumentano i prezzi, è l’unico modo, quindi questo è inflazione. Perdonami i miei ascoltatori saranno stufi di sentirmi, ma faccio un esempio banale così che tutti possano seguirci. Faccio un esempio che fa capire secondo me la questione; io prendo un mondo fantastico in cui c’è solo la banca e le persone che abitano qui sanno fare solo un unico prodotto, riproducendolo più volte, allora se il banchiere centrale emette mille unità di moneta e con queste unità la popolazione produce 10 bicilette, che sono uguali, quanto valgono queste biciclette? 100 unità di moneta. L’offerta è 10 bicilette e la domanda è 1000 monete. Non c’è inflazione in questo caso. Passa del tempo e questo banchiere decide di emettere altre 10 mila unità di monete, ma questa volta non vengono prodotte altre biciclette, a questo punto quanto costa ora ogni bicicletta? Costa mille. Prima costava 100 ora costa mille, c’è stata inflazione? La risposta è si, non solo perché è aumentato il prezzo, ma perché c’è stata un’emissione di moneta a cui non corrisponde la produzione di beni reali. La sovra emissione monetaria è l’unica causa dell’inflazione, c’è stata negli ultimi anni? La risposta è si, ma non è stata catturata dall’indice dei prezzi al consumo, cioè questo non è aumentato in maniera significativa.

Quindi, perfetto, diciamo subito che non possiamo limitarci a dire che è l’aumento generalizzato dei prezzi e già così smontiamo il significato che viene dato in modo generalizzato, infatti leggendo qua e la si capisce che c’è anche un po’ di disaccordo per capire tutte le cause, ma tu parli di sovra emissione di moneta.

Chiaramente l’indice dei prezzi al consumo è qualcosa che può servire, però non è l’indicatore dell’inflazione cioè conoscere che i prezzi al consumo sono aumentati di tot può essere un’indicazione da tenere presente, ma non è l’indicatore dell’inflazione. In questi anni, l’indice non è aumentato di molto, eppure l’inflazione c’è stata allora dov’è andata a finire e perché non la vediamo? Per due motivi: il primo è che gran parte di questa sovra emissione monetaria non è andata al consumo ma all’investimento, tipicamente in borsa, quindi l’indice non valuta i prezzi di borsa, quindi sta catturando quella parte di inflazione che hanno avuto i mercati finanziari, che al contrario sono inflazionati. Il secondo aspetto, per cui non è aumentato, è il fatto che c’è stata una forte diminuzione dei prezzi dovuta principalmente al grande progresso tecnologico che c’è stato negli ultimi anni. Ma se io torno a quando ero ragazzo io, il mondo è completamente diverso, ma anche se noi ci rifacciamo a solo 7/8 anni fa, guardate la tecnologia come si è evoluta, ha avuto uno sbalzo in avanti che fa si che i prezzi diminuiscano, ma voi non avete visto la diminuzione proprio per l’inflazione.

Chiarissimo, per andare anche nell’ambito dell’economia reale? Perché si ha paura dell’inflazione? Perché è temuta ma non solo dalle persone che conoscono meno le dinamiche, ma proprio dagli investitori, penalizzando quindi tutti i loro movimenti.

Perfetto, bella domanda, l’inflazione è vero che preoccupa le persone normali, ma terrorizza i mercati, tu hai detto benissimo e io voglio essere ancora più pesante. Quando vediamo i prezzi aumentare ce la prendiamo un po’, però insomma alla fine non succede nulla, mentre gli investitori sui mercati sono terrorizzati dall’inflazione perché in questo momento, svelerebbe che le attuali quotazioni sono quotazioni inflazionistiche. L’aver nascosto l’inflazione che c’è stata perché l’abbiamo misurata come aumento generalizzato dei prezzi, ci ha fatto dire che in questi anni non c’è stata inflazione, ripeto c’è stata, in particolare sui mercati finanziari, ma ufficialmente dai dati, si vede che non c’è stata. Quindi se ora andiamo a riscontrare che anche i prezzi dei beni al consumo, in pratica ci fa scoprire ciò che avevamo nascosto sotto il tappetino. Il fatto che anche l’indice si stia alzando, vuol dire che si sta alzando il tappeto e sta uscendo la polvere nascosta e non pulita. Questo terrorizza i mercati, che si scopra che i mercati sono inflazionati, gonfiati.

E quindi adesso la paura è ancora più forte. Voglio mostrare anche un contributo che abbiamo voluto recuperare andando per la strada, ma se parliamo di economia reale, come si traduce in termini concreti? Perché noi abbiamo ricevuto diverse risposte che tra poco ti farò e vi farò ascoltare, come diventa nella street economy?

Ripeto, fino ad ora noi avevamo avuto un’inflazione e non ce n’eravamo accorti, anzi ci vantavamo del fatto di emettere nuova moneta che tanto inflazione non se ne vede, è nascosta, ma c’è. Il dato precedente che domanda e offerta devono essere un’uguaglianza, non possono differire. Alla domanda, cosa posso comprare con tutti i soldi del mondo? Si può comprare tutto quello che c’è al mondo. Non può esserci una risposta diversa. Domanda uguale offerta, anche perché sono la stessa cosa vista da due punti di vista diversi, quindi per forza sono uguali. Solamente forzando questa cosa si va ad alterare questo equilibrio che deve tornare immediatamente e lo fa con l’aumento dei prezzi. In questi anni, senza l’inflazione, ci sarebbe stata una diminuzione dei prezzi e noi questo non l’abbiamo visto mentre adesso, mi posso immaginare che le persone dicano si, ho visto l’aumento.

Lascio a te il commento secondo quanto ascoltato e chiedo anche a te le stesse cose. Hai notato qualche aumento dei prezzi?

Allora, la risposta mia è si, tra l’altro ho risposto al sondaggio sul sito perché ritengo che piccoli ritocchi, ma ci sono stati. Non è detto però che questi piccoli ritocchi siano proprio inflazionistici, i servizi li pagheremo un po’ di più, ma è una redistribuzione del reddito, tenendo presente che la pandemia ha inciso, sia sulle scelte di politica monetaria che hanno inondato il mercato di liquidità, sia le attività commerciali che sono rimaste chiuse, come le discoteche che ancora non hanno ancora non hanno riaperto per dire.

Ecco un altro settore è quello della ristorazione, settore molto colpito, in più abbiamo sentito che in caso di problemi economici la prima cosa a cui si rinuncerebbe è l’uscita al ristorante, quindi chiaramente poi bisognerà fare i conti più avanti per vedere cosa succederà perché i portafogli non è che sono così gonfi.

Certo, quando bisogna ridurre le spese si parte proprio da quelle voluttuarie, quindi le vacanze, il ristorante, è chiaro che le spese necessarie come la luce e il gas non possiamo scappare.

A parte alcune considerazioni generali che sono arrivate, quello alimentari sembra essere il settore più colpito, a parte la benzina, che il rincaro è evidente e io stessa l’ho detto poco fa. Questa invece è una domanda che ci riporta alle riflessioni che facevi all’inizio, “Dott. Marcotti l’indice dei prezzi può essere indicativo maggiormente in questo periodo per valutare come effettivamente ci sia inflazione?”

Si certo, infatti il problema è che, io non voglio essere critico nei confronti del calcolo di quegli indici che sono tutti importanti, sono indici che danno una misura e sono indicativi e presi in considerazione dai grandi banchieri centrali oppure dai governi, io non voglio sminuire questo, ma è un errore considerarli nella valutazione dell’inflazione è un errore per quello che spiegavo prima, ma leggere questi indici è importante per capire come si evolverà il mercato e l’economia nel paese.

Un collegamento diretto con l’inizio della pandemia è il fatto che nel periodo di pandemia, la produzione è calata, nel lockdown addirittura azzerata, si potrebbe verificare quello che dicevi prima questa distanza tra la domanda e l’offerta che invece non deve esserci. Con la diminuzione della produzione è possibile che si verifichi questo stacco?

È un’identità assoluta, non ci sono discussioni. Per capire quel concetto a me sembra sia semplice dire che cosa si può comprare con tutta la moneta del mondo. Se fosse stata l’emissione monetaria non ci sarebbe stata inflazione, ma dato che non è stata ridotta invece ha creato inflazione, che ripeto, che è stata nascosta dalla riduzione dei prezzi che avremmo dovuto avere per il progresso tecnologico e poi perché lo sappiamo, guardate che la creazione monetaria non serve solo per comprare il pane o il latte, ma per tutto, quindi anche quando parliamo di mercati finanziari.

Come provocazione, visto che abbiamo visto uno scollamento evidente tra finanza e mercati reali, invece adesso ovviamente dovranno ricominciare a procedere un po’ sulla stessa strada?

Ritengo di si e vedere una cosa come quella successa l’altro giorno per le decisioni della Federal Reserve, permettimi, la FED ha detto di fatto che si attende per la fine del 2023 un aumento dei tassi, ma quando parla di aumento parla di 0,25, siamo a metà del 2021 quindi mancano due anni, parlare di un aumento dello 0.50 in totale, si parla di tassi ancora bassissimi, eppure solo un annuncio del genere ha dato uno scrollone in giù alle borse, questo per dire quanto i mercati temano questo aumento, che però prima o poi dovremo avere quindi è l’aspetto preoccupante, che dovremo tornare verso la normalità, ma appena imbocchiamo quella strada, succedono dei cataclismi. Diamogli a questo mercato un po’ di metadone.

Come dici tu, si parla di 2023 e gli effetti si vedono già oggi, va bene che il mercato sconta in anticipo, ma addirittura di 2 anni è un po’ prematura come reazione, ultimissima cosa e poi ci torneremo, cosa c’è da sapere ancora sull’inflazione di importante, non solo per chi lavora in borsa, ma proprio per la vita reale, cosa credi sia importante sapere e monitorare con sapere?

La cosa importante da sapere è che quando i nostri politici dicono che ci verranno incontro o la BCE dice che emetterà nuova moneta, nella realtà non ci stanno dando niente o meglio ci stanno dando un qualcosa che dovremo restituire con l’aumento dei prezzi, quindi noi, la cosa che mi sento di dire è che, chiaramente ognuno cerca di difendersi, però indipendentemente dalle cose personali, quello che bisogna tener presente è che la ricchezza deriva dalla produzione e la produzione deriva dal lavoro, quindi ritorno al mio solito mantra, noi dobbiamo aumentare il lavoro e l’occupazione, questo ci porterebbe fuori dalla crisi e nient’altro.

Ripresa, rallentamento dell’emissione di liquidità e appunto la crescita che deve arrivare dall’attrattività del paese, grazie ad interventi mirati e non one shot. Questa potrebbe essere l’equazione, che chiaramente non è facile. Ci sarebbero ancora molte da dire, ma lo faremo in altre puntate. Grazie mille Giancarlo.

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