I diritti d’immagine di Mourinho, Superlega anche nel golf?

MAI DIRE “JOSE’ MOURINHO”: IL MARCHIO E’ DEL CHELSEA

Il marchio “José Mourinho” è stato ceduto dal portoghese e registrato dal Chelsea nel marzo del 2005, a metà della sua prima stagione alla guida dei blues. In sostanza, quindi, nonostante non alleni più la squadra inglese dal 2015 (dopo la sua seconda esperienza londinese), il Chelsea può ancora oggi sfruttare il nome del tecnico portoghese per marketing e merchandising e lo potrà fare fino al 31 marzo 2025, data in cui scadrà la registrazione. Potrebbe quindi servire un accordo tra la Roma e il Chelsea per poter sfruttare il nome di José Mourinho a livello commerciale. Altrimenti, il club giallorosso potrebbe dover rinunciare a ogni diritto, a differenza dei blues che ai tempi avevano utilizzato l’immagine dello Special One su diversi prodotti, dai portachiavi ai pupazzi fino a tazze e ombrelli addirittura.



TENNIS, QUANTO VALGONO GLI INTERNAZIONALI D’ITALIA
Il torneo di Roma rappresenta la fonte principale tra gli introiti della FIT insieme ai contributi che derivano dal CONI e al la quota associativa dei tesserati. Nel 2020 gli Internazionali d’Italia hanno comunque trovato il modo di andare in scena nel mese di settembre, ma per forza di cose, senza pubblico e con “sponsor” ridimensionati. L’edizione 2021  vedrà una parziale riapertura del Foro Italico al pubblico: spettatori fino al 25% della capienza dei singoli impianti, a partire dagli ottavi di finale. Di certo non si raggiungeranno le cifre record del 2019:  13 milioni di euro dalla biglietteria e 15 milioni di euro dalle sponsorizzazioni, a partire da il gruppo BNL di BNP Paribas per 14 anni consecutivi in prima linea e alla guida nella realizzazione dell’evento.
In casa FIT si guarda già al futuro, obiettivo 2022 o 2023, con un sogno in particolare nel cassetto, l’upgrade del torneo come se fosse un “mini slam”, un evento di due settimane, 12 giorni di tabellone principale, 3 destinati, invece, alle qualificazioni, main draw con 96 giocatori, sulla scia di quello che già accade, nel mese di marzo, per gli eventi di pari categoria sul cemento di Indian Wells e Miami.


UNA SUPERLEGA ANCHE NEL GOLF?
Una Superlega condotta in porto? Nel golf (forse) sarà possibile. L’Arabia Saudita è  pronta a sostenere la cosiddetta “Super League Golf” con investimento da un miliardo (!) di dollari. Il dibattito si è incendiato dopo le parole riferite dall’agente di un giocatore rimasto anonimo, a cui sarebbero stati offerti tra i 30 e i 50 milioni di sterline per firmare. Il progetto? Tentare una serie di stelle del golf mondiale, tra cui il numero 1 al mondo Dustin Johnson e gli altri vincitori del Major Justin Rose, Phil Mickelson e Bryson Dechambeau. La nascente Super Lega dovrebbe partire nell’autunno 2022.  Ridotto anche il numero dei partecipanti, considerati gli ingaggi così elevati, ma di altissimo livello. Alla stregua di quanto successo nel calcio con Fifa e Uefa, anche la PGA americana ha imposto la linea dura. Questa la posizione espressa da Jay Monahan, commissioner del PGA Tour: “Chiunque deciderà di entrare in questo circuito verrà sospeso immediatamente e rischierà l’espulsione definitiva dal massimo tour americano”.

Scroll to top