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Economia circolare: la rigenerazione degli iphone

Può un prodotto tecnologico ricondizionato performare come uno nuovo? Questo è l’obiettivo di Gianmaria Monteleone, founder e ceo di YouniteStars, che ci ha spiegato il concetto di economia circolare e il perché sarà sempre più importante sul mercato internazionale.

Advisory update, l’approfondimento di oggi, lo facciamo oggi toccando un argomento importante e attuale, che forse non ha quell’attenzione e visibilità che potrebbe meritare invece, come vedete dal titolo parliamo di economia circolare e rigenerazione degli smartphone, in particolare degli Iphone e ne parliamo con l’ospite qui in studio con noi Gianmaria Monteleone, founder e ceo di YouniteStars. Fotografiamo subito il tema e il settore con cui sei operativo con la tua compagnia, come ho detto un tema di cui si parla poco anche se si tratta di economia circolare che diventerà sicuramente un tema centrale e poi anche perché tutti ormai possiamo rinunciare al pane e al latte, ma non possiamo allontanarci dallo smartphone, che diventa parte integrante del nostro lavoro. Lo stato di saluta di questo settore, la rigenerazione degli smartphone anche in virtù di una situazione economica diversa dopo la pandemia.

Concordo con te nel dire che ormai lo smartphone è un estensione del nostro braccio quasi, rinunciamo a tante cose ma non possiamo fare a meno di questo, il tema dell’economia circolare ha toccato anche questo settore da tanti anni in realtà, ma solo da poco i numeri di mercato sono cresciuti in modo da meritare attenzione fondamentalmente se guardiamo al mercato di pochi anni fa, al 2016 il mercato era di 16 miliardi, attualmente per il 2024 è prevista una quota intorno ai 65 miliardi, quindi un settore sicuramente in crescita e in espansione sostanzialmente per due motivi: il primo è che i modelli nuovi del mercato primario, costano sempre di più quindi fondamentalmente la capacità di acquista si sta riducendo mentre il prezzo dei prodotti sale, quindi questo lascia spazio ad un secondario, come è avvenuto decenni fa per le auto e in altri settori.

È banale dire che soprattutto all’inizio ce n’erano due o tre modelli e ti muovevi tra questi, ora siamo arrivati al 12 se non sbaglio.

Si siamo al 12 e concordo nel dire che c’è un ampliamento di catalogo molto importante, si allarga la gamma prodotta con prezzi più alti e con una scelta ampia riguardo a colori, modelli, un po’ per penetrare il mercato dei consumatori, ma comunque generano molta più offerta.

E quindi ci ritroviamo con la possibilità, io non so quanto dai consumatori questo mercato sia visto non come un limite, pensano mm un cellulare rigenerato che è stato già utilizzato, chissà che ci hanno fatto e come lo hanno tenuto, potrebbe essere questo uno dei principali ostacoli?

Si è un tema fondamentale, perché trattandosi di prodotti elettronici è molto più difficile fidarsi, nel senso che oggi un prodotto già nel settore primario non sempre non da difetti, quindi ci sono delle barriere all’ingresso da parte dei consumatori perché si devono fidare nel comprare questa estensione di braccio, chiedendosi chissà come è stato trattato e tutto il tema della garanzia post vendita, perché noi ce l’abbiamo contrariamente a quando lo compro nuovo che Apple stessa mi fa la garanzia e mi devo affidare poi ad un’azienda più piccola, quindi questo è un altro tema.

Ecco mi hai già dato un numero importante che sono i 65 miliardi previsti per il 2024, quindi può sembrare lontano ma sono 3 anni, un periodo anche vicino dal mio punto di vista. Younitestars come si colloca all’interno del mercato della rigenerazione?

Noi siamo una società di investimento che si occupa di fare ricerca e sviluppo nella realizzazione di sistemi digitali, quindi software, algoritmi, tecnologie verticali presenti sull’e-commerce, quindi sostanzialmente noi realizziamo questi strumenti che insieme a delle metodologie di lavoro innovative, vanno a costruire quelle che sono una gestione delle caratteristiche di business flow, di chi fa business online, molto più ottimizzate e molto più performanti. Lo scopo è poi entrare direttamente, dare questa tecnologia ad utilizzo esclusivo di società che lavorano in mercati che noi reputiamo interessanti perché appunto mercati emergenti o anche solidi dove con il nostro modello di business possiamo creare un vantaggio competitivo e descrivere le regole del gioco, ci piace definirlo così.

Il ricondizionato, quindi Senso, è il nostro primo progetto che abbiamo realizzato e investimento di impresa e fondamentalmente abbiamo scelto questo settore proprio perché al di là della crescita annuale, se pensiamo anche in termini di pandemia, il mercato del nuovo è sceso nel 2020 rispetto a quello dell’usato, che è salito del 9%. A noi di questo modello piacciono due cose: la prima è quella del poter ridare vita a dei prodotti che tecnicamente cercano di combattere contro un’obsolescenza programmata, quindi riutilizzarli e prendere tutto il buono che ha ancora hanno da dare, perché 1-2 anni di vita sono pochissimi.

Ecco a proposito, una curiosità mia, io a casa ho un Iphone 5 che ancora è perfettamente funzionante, si può recuperare?

Ni. Nel senso che ci sono delle app che diventano sempre più performanti come lo stesso whatsapp, oggi non funziona più su alcuni modelli per il semplice motivo che l’evoluzione del software e quindi le funzionalità di queste applicazioni peserebbero troppo sulle componenti del telefono, causando nel breve medio tempo dei problemi sulla scheda madre piuttosto che dei consumi eccessivi sulla batteria, quindi diciamo che oggi sui 5 anni riusciamo a dire che si lavora bene, fino a 5 anni quindi un dispositivo rende al 100%, andare un pochino più indietro certo funziona, ma alcune cose magari no. Tornando al discorso di prima, il tema dell’economia circolare ci sta molto a cuore, l’altro tema è quello di, attraverso un prezzo più competitivo fare una sorta di mission sociale, offrendo dei prodotti a persone che hanno un profilo di spesa più basso o comunque non vogliono spendere quanto costa un iphone nuovo, quindi quello che facciamo è una sorta di inclusione sociale nei confronti della tecnologia, perché sta quasi diventando un diritto, se ne parla tanto e ci sono tante iniziative, quindi è giusto dare accesso a più persone possibili a queste nuove tecnologie, non essere costretti ad aspettare tanti anni per un nuovo telefono e questo spiega perché il secondario è salito molto, magari io ho una spesa bassa, a fronte anche della pandemia, ma non rinuncio all’evoluzione tecnologica.

Il nome del brand Senso, perché?

È nato un po’ come concetto di direzione, ci si chiede spesso qual è la direzione e io dico che è quella verso un mondo migliore, quindi sia al livello di evoluzione tecnologica che di salvaguardia ambientale. È nato un po’ così’, oggi fondamentalmente siamo un brand leader in Europa, stiamo concorrendo per la leadership, abbiamo 100.000 clienti in 18 mesi, grazie ad un modello virtuoso di business siamo arrivati in oltre 14 paesi a Luglio diventeranno 16 per soddisfare una mole di clienti importanti.

Oltre ai 6 milioni di finanziamenti che sono arrivati, una cifra sicuramente importante per te che sei un under 30. Raccontaci com’è anche un po’ questo tuo percorso fulminante come si vuole dire.

Io vengo da una famiglia di imprenditori, quindi se vogliamo ho avuto questa fortuna, dove sono stati sempre attivi nel mondo del retail e del general contract, quindi dico sempre che a tavola si mangiava sempre pane e problemi di vita quotidiana, ho sempre imparato a ragionare fin da piccolo in un’ottica imprenditoriale e non avevo altra scelta. Quindi diciamo che sviluppando anche inconsciamente questo tipo di imprinting quando poi sono venuto a Milano perché io sono di origine calabrese, e ho conosciuto una realtà più stimolante e soddisfacente, ho sviluppato le mie capacità in Università e già dopo il primo anno, ricordo ancora che quando sono tornato per le vacanze mia madre mi chiese cosa avevo imparato, io dico che andava tutto bene, ma che volevo andare dal commercialista per aprire una start up, che era sempre sull’elettronica di consumo, sempre stata la mia passione, ma ci occupavamo di andare a fare scouting di tutte le innovazioni in tutto in mondo, che poi nel momento in cui accedono al mercato hanno delle difficoltà in termini di espansione territoriale, quindi noi ci occupavamo di fare scouting di questi prodotti creavamo un catalogo molto interessante che conteneva tutte le innovazioni sul mercato, prima con un e commerce poi con una catena retail nelle principali città italiane. All’interno di questo percorso ho incontrato il prodotto ricondizionato, perché sul mercato c’era questo, c’era un prodotto si realizzato da una grande azienda, ma con un modello nuovo, da riproporre sul mercato. Avevamo visto che era un mercato molto in crescita e ci siamo concentrati su questo, in particolare sugli iPhone.

C’è un modello particolare a cui si affida principalmente la massa?

Sostanzialmente abbiamo notato una costante, c’è un rapporto tra obsolescenza e convenienza economica, potremmo dire che in questo momento è l’iphone X quindi un modello di 4 anni fa, che performa ancora alla grande. Tra qualche mese vedremo il nuovo Iphone 13 e capiremo cosa succederà, fino a qualche mese fa erano il 7/8 se la contendevano questi due modelli, l’Iphone X oggi è un prodotto che va dai 350-450€ a seconda delle funzionalità, c’è un modello di riferimento e c’è anche l’opportunità di cambiarlo più spesso se ci pensi, perché si spende meno nel comprarlo. C’è circolarità nell’utilizzo del consumatore che è un aspetto interessante.

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