Covid e Natale: quarta ondata in arrivo? Con Prof. Pregliasco

Il virologo Fabrizio Pregliasco è intervenuto a Le Fonti Tv per rispondere alle domande più frequenti che riguardano quest’ultima fase della pandemia. Ecco le risposte che ha rilasciato ai microfoni della Head of Channel Manuela Donghi

In Italia ci sarà un colpo di coda del Covid o una quarta ondata?

Una pandemia si diffonde come i cerchi creati da un sasso che viene lanciato in uno stagno. Le prime onde sono le più grandi, quelle successive sono più piccole ma comunque continuano a esistere per una serie di fattori, a partire da quelli climatici, meteorologici, dovuti all’abbassamento delle temperature. Inoltre, dobbiamo considerare un altro fattore: grazie ai vaccini, siamo tornati a una situazione di quasi normalità (in cui, tra l’altro, il nuovo galateo del distanziamento sociale non viene sempre rispettato) e questo vuol dire aumentare i contatti e quindi la possibilità di diffusione del virus. Come si fa in economia, dobbiamo immaginarci lo scenario peggiore e prefigurare le possibili soluzioni. Anche se va detto che, in Europa, l’Italia è stata tra i Paesi più prudenti, quella che (dopo il Portogallo) è riuscita a limitare più efficacemente la diffusione del virus.

Considerando la fetta di popolazione che non vuole vaccinarsi , quando si raggiungerà l’immunità di gregge?

Si tratta di modelli matematici molto variabili. La variante Delta è 7 volte più contagiosa della prima versione del virus. Per l’immunità di gregge bisognerebbe raggiungere l’88% di popolazione vaccinata. Ma oggi siamo ancora distanti da quel dato, considerando il 10% di persone che rifiutano di vaccinarsi, e il 10% dei bambini sotto i 12 anni che ancora non possono ricevere il vaccino. E’ importante ricordare che, a oggi, il vaccino resta l’arma più efficace perchè non abbiamo ancora a disposizione farmaci che curino il Covid. Probabilmente arriveranno, ma per adesso non possiamo contarci. E poi, in ogni caso, la malattia non deve essere curata, deve essere evitata, prevenuta, innanzitutto per ragioni di salute, e poi anche per questioni economiche. Le cure non hanno efficacia al 100% e la malattia lascia comunque degli strascichi, soprattutto a livello neurologico. Quindi, è necessario evitare di prendere il Covid. 

La terza dose sarà veramente l’ultima?

Questo vaccino ha una storia breve ed è efficace per i primi 6-8 mesi, questo è un dato che arriva dall’esperienza reale non degli studi clinici. Dopo questo lasso di tempo, la capacità residua di risposta immunitaria deve essere rafforzata. Ci aspetta un’ultima grande battaglia per vincere la guerra contro il Covid: se scavalliamo questo inverno, poi avremo delle onde un po’ più piccole da affrontare, per tornare alla metafora dello stagno. In futuro, poi, la vaccinazione anti-Covid diventerà un appuntamento annuale per i soggetti più fragili ed esposti, esattamente come il vaccino influenzale.

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