Coronavirus, come cambia l’asset allocation

Portafogli che possano minimizzare il rischio? La correlazione tra alto rischio e alto rendimento atteso non è sempre valida perché spesso il margine di errore è ampio.

Il coronavirus ha cambiato le carte in tavola e riportato i mercati alla realtà. Dopo una fine dell’anno caratterizzata da un irrefrenabile entusiasmo, che si è protratto anche nei primi mesi del 2020, ora la pandemia globale ha riportato tutti con i piedi per terra, mettendo i mercati di fronte a un evento esogeno non controllabile. Ma con i recenti sviluppi sul coronavirus, dobbiamo anche cambiare i nostri investimenti? L’Asset allocation come va modificata?

Raffaele Zenti, fondatore di AdviseOnly e Virtual B, ha spiegato come è possibile minimizzare il rischio, nel corso dell’appuntamento mensile su Le Fonti Tv con The Brunch, condotto da Annalisa Lospinuso.

“Il coronavirus rende appunto d’attualità il tema di minimizzare il rischio – ha spiegato Zenti – perché è molto sentito e qualche qualche onda d’urto sui mercati la stiamo vedendo. Al momento, però, pensiamo che il mercato sia piuttosto solido e i fondamentali siano siano buoni. Ragionando in un’ottica di medio-lungo periodo e non di trading, non abbiamo minimamente cambiato l’asset allocation dei portafogli. Quello che posso dire – ha aggiunto – è che c’è un rischio sistemico del quale non conosciamo ancora l’impatto, che per ora è soltanto mediatico. Sui mercati si sente, ma ancora poco, perché se andiamo a guardare i numeri, i fondamentali dei mercati, se osserviamo il rapporto tra prezzi e indicatori fondamentali, vediamo che sono ancora buoni. Ad esempio, il rapporto tra i dividendi, earnings, e i rendimenti obbligazionari è ancora altamente attraente, quindi non vediamo motivo di fare grossi cambiamenti di portafoglio. Magari possiamo pensare a cambiamenti tattici, ma non il passaggio da risk on a risk off. Non ci sono early warning, segnali di rischio imminente, poi magari ci sbagliamo”.

Nel corso di The Brunch è stato affrontato il tema dei rischio maggiore che a volte non risulta una scelta che premia. Nel lungo termine, ha spiegato Zenti, possiamo aspettarci che la performance sia correlata all’esposizione al rischio. Ma nel breve-medio termine non paga e l’evidenza empirica è fortissima. Se si confrontano le strategie basate sulla selezione dei titoli a più bassa volatilità e quelle fondate sui titoli ad alta volatilità, si vede un distacco abissale: le prime decuplicano più volte l’investimento iniziale, le seconde sono in perdita.

Il fondatore di AdviseOnly ha anche spiegato come costruire portafogli a minimo rischio, grazie a motori che agiscono come Software as a service(SaaS) di proprietà di Virtual B. Raffaele Zenti ha, inoltre, sottolineato come le preparazioni di base servano come traccia e sono da combinare con perizia in funzione del risultato che si vuole ottenere.

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