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Bollette luce e gas: taglio del 30%? Solo briciole!

Appuntamento con Advisory Update in cui non possiamo non continuare a parlare dei rincari su bollette di gas e luce previsti dal mese di ottobre. Il governo è all’opera per cercare di aiutare gli italiani, ma come si è arrivati a questo punto? Un taglio del 30% sarebbe sufficiente?

“Sono solo briciole”, così commenta il nostro ospite Marco Donzelli, Codacons.

Marco Donzelli, buongiorno. Tu sei pronto a sborsare questi soldi in più all’anno?

Beh no. Dobbiamo immaginarci la gestione dello Stato come un’azienda quindi bisogna autorizzare le risorse per autorizzare i criteri di spesa e certo è che se noi siamo un ‘azienda che funziona bene, dovremmo essere un’azienda che individua delle partite di spesa razionalmente a quello che effettivamente si spende. Per cui se uno stipendio di una famiglia è vincolato, lo si può immaginare come produttore di quote di spesa maggiori, dove la famiglia ha più possibilità di pagare, quindi tentare a calmierare delle risorse per far si che si possono coprire i buchi di altre spese, non è la soluzione migliore e quello delle bollette risponde all’inserimento di ulteriori oneri a carico di famiglie che non hanno risorse per pagarle. Ciò crea, immaginandosi sempre lo Stato come un’impresa una diseconomia, perché aumentando le bollette della luce e del gas, piuttosto che i rifiuti, il consumatore chiaramente avrà una minor possibilità di spesa per quanto riguarda i consumi, quindi se diminuiscono i consumi certo non ne beneficerà l’economia, anche se transitoriamente potrebbe godere lo Stato di questo ulteriore rialzo per affrontare delle spese, ma non è questo il criterio che riteniamo essere giusto. Inoltre si fa un gran parlottare in questo periodo di oneri legati alla sostenibilità e quindi che l’aumento delle bollette sia legato a questa transizione ecologica.

Ma voi non credete che sia questa la causa?

Non è assolutamente questa la causa. La transizione ecologica e l’abbattimento dell’impatto ecologico derivante dai consumi sono derivanti da un serie di cause ben chiare, non dal mancato approvvigionamento di risorse di gas o petrolio che in determinati periodi storici abbiamo dovuto affrontare. L’impatto ecologico non è altro che un investimento che noi facciamo adesso per riuscire a spendere ancora meno in energie e meno nel disinquinamento del pianeta, ma queste sono voci di spesa che non possono essere correlate. Se noi parliamo di un albero di mela, dobbiamo affrontare di quello e non introdurre concetti come albero delle pere. Noi dobbiamo concentrarci oggi su quello che è il costo della bolletta, che deve essere in relazione alle capacità di una famiglia di pagare.

Ti interrompo un istante per rincarare un po’ la dose, voi avete detto che molte famiglie si troveranno costrette, se non cambia nulla, a dover scegliere se pagare l’affitto o il riscaldamento. Un’affermazione forte, ma è così. Poi ci sono anche un’altra serie di fattori, come per esempio le visite mediche, alcune per esempio già non si fanno più perché non abbiamo i soldi e sappiamo bene che la sanità pubblica ha dei tempi lunghissimi, ma non tutti possono permettersi quella privata. Questo 30% che il governo vuole tagliare per far si che i prezzi possano essere calmierati, voi ritenete che siano solo briciole?

Ma si perché c’è una visione chiara di quello che è l’amministrazione dello Stato che non può prescindere da quelli che sono gli effetti degli aumenti dei costi in determinati settori come dicevo prima se aumentiamo la spesa per le famiglie, non facciamo altro che reprimere i consumi, ma noi dobbiamo fare il contrario e migliorare la spesa e i consumi. La fiducia del consumatore fa parte di quella dimensione psicologica che l’individuo ha e che quando va a comprare se si sente condizionato positivamente dal suo lavoro, dal suo stipendio e dallo Stato decide di comprare o altrimenti il contrario, quindi la possibilità di far girare l’economia e i consumi si deprime quindi una visione chiara da parte dello Stato di corretta programmazione dovrebbe andare a verificare altre forme di contenimento delle spese, ma sappiamo benissimo che l’Italia è tra i primi paesi nella gestione non adeguata delle risorse, ne abbiamo cento e il valore che dopo abbiamo come resa non è affatto 100, ma 50. Lo Stato, come ha dimostrato durante la pandemia, dovrebbe essere un collante con la società, un emissario di quello che rappresenta la società e la solidarietà tra gli individui, ma nella maggior parte dei casi tendiamo ad avere uno stato che non è efficiente per cui bisogna determinare quali sono i criteri di spesa da aggiungere alle famiglie e i criteri adottati nella gestione del denaro pubblico. Noi vediamo che le risorse dei cittadini non vengono utilizzate in maniera adeguata, le strade sono ancora brutte, le autostrade cadono a pezzi e tutta una serie di cose che non funzionano. In una società privata ciò non sarebbe possibile perché la società fallirebbe, invece lo Stato, che è sicuramente una macchina più complessa, continua a gestire il denaro pubblico in modo non adeguato e fallimentare tanto da venire a chiederci tramite l’aumento delle bollette un contributo per riuscire a gestire le spese dello Stato.

Quindi il governo alla caccia di questi 3 miliardi che poi non servono a facilitare la vita delle persone, perché ci vorrebbe molto altro. Un’altra battaglia che state combattendo è quella dell’eliminazione del canone Rai dalla bolletta dell’energia elettrica, anche questo andrebbe a incidere positivamente sulle tasche.

Si una delle cose storiche italiane è stata la decisione amministrativa di far pagare il canone Rai, che in realtà non è una tassa per la visione del canale Rai, ma è sul possesso della televisione quindi anche questo ragionamento lascia spazio ad una visione della nostra società veramente obsoleta. Tutte queste tasse che noi abbiamo all’interno della nostra vita quotidiana creano una condizione di rallentamento nella conduzione di uno Stato che nel momento in cui, tu come i Germania, paghi le tasse ed entri in autostrada senza fare fila, invece qui in Italia si paga a parte. Noi siamo pieni di queste situazioni che rallentano il funzionamento dello Stato, quello che si chiede da parte di noi cittadini e imprese è che non si veda l’esistenza passata a rincorrere le 45 cose che dobbiamo pagare ogni mese, ma che attraverso le tasse che paghiamo sia tutto accessibile. Peraltro, se parliamo della Rai, se parliamo di servizi, è rimasto ben sotto lo standard qualitativo previsto. Anche i turisti, quando vengono nel nostro paese e tornano a casa, dovrebbero poter dire di aver visto efficienza nelle città come Milano, Venezia o Roma, per una valorizzazione della nostra economia, ma così non è.

Tu dici quindi che non è cambiato nulla da quando è stato reso obbligatorio. Siamo in chiusura ma ti chiedo di elencarmi quali sono i passaggi che farete per andare in contro alle esigenze degli italiani, di tutti noi.

L’elenco è lunghissimo, ma si può riassumere in efficienza della pubblica amministrazione, efficienza nella gestione delle nostre risorse.

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