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Blocco licenziamenti, intesa Draghi – sindacati. Addio cashback, Conte – Grillo, è guerra. Con Gianfranco Fabi

Un periodo indubbiamente contrastato per l’Italia, alle prese con il blocco dei licenziamenti, il termine del cash back e la guerra nel Movimento 5 Stelle tra Grillo e Conte. Cosa si prospetta per il futuro? Un commento su tutti questi aspetto insieme Gianfranco Fabi, giornalista economico.

Gianfranco Fabi, grazie per essere qui con noi. Ti faccio una domanda divisa in due, blocco dei licenziamenti, è un giusto compromesso sbloccarlo solo per alcuni settori e la domanda è prova ad immaginare una situazione del genere con un altro premier ma con un governo diverso, ci fosse stato il Salvini o il Letta, mi sarei aspettato una guerra totale che non si sarebbe freddata in pochi giorni come apparentemente sembra sia successo, quello che voglio dire è che forse ancora una volta la figura di Draghi impedisce proteste esagerate, perché all’opposizione c’è solo la Meloni, che comunque ha un grande appoggio popolare, se avesse deciso che bisognava urlare allo scandalo perché alcuni settori sono stati esclusi, si sarebbe arrivati ad una battaglia più forte, ma insomma Gianfranco, scegli tu da dove partire.

Indubbiamente partirei da ciò che tu hai sottolineato, ovvero che si tratta di un compromesso raggiunto grazie all’autorevolezza di Draghi, autorevolezza che probabilmente ieri si è espressa in molti elementi, noi non sappiamo cosa si siano detti in questa lunghissima riunione che ieri pomeriggio ha incontrato governo e sindacati a Palazzo Chigi, si può pensare che Draghi abbia fatto anche un po’ il professore e che abbia spiegato ai sindacalisti qual è la realtà e di che cosa ha bisogno l’economia italiana. I sindacalisti hanno la preoccupazione giusta di difendere i lavoratori, ma di fronte all’esigenza di bilanciare l’economia e ridare dinamica all’economia, è ovvio che una misura come il blocco dei licenziamenti è una misura di emergenza, che può durare qualche mese e non può essere prolungata all’infinito, lo dicevano anche i sindacati solo che aggiungevano “non può essere prorogata all’infinito, ma ora la proroghiamo di 6 mesi” e andiamo avanti così quindi Draghi ha spiegato che l’economia deve essere dinamica e che il problema di fondo dell’economia italiana non è tanto quello dei licenziamenti, ma è anche quello di trovare i lavoratori per i posti di lavoro che si rendono liberi, al Nord ci sono molte aziende che non riescono a trovare figure professionali per le posizioni ricercate, io passavo per caso in un viale con dei negozi e ho visto molti cartelli con scritto cercasi personale quindi si cerca personale altamente specializzato così come si cerca anche figure senza esperienza quindi c’è in questo paese anche una richiesta di personale e a questo bisogna dare spazio, quindi Draghi avrà spiegato che bisogna liberare l’economia e le imprese, con la facoltà di licenziare se necessario, ma questo può portare anche a nuove assunzioni magari di carattere diverso. Quindi nel compromesso ha pesato la sua figura e la sua garanzia, il fatto di passare da una garanzia formale del posto di lavoro ad una garanzia più essenziale del reddito per i lavoratori, quindi il licenziamento in alcuni settori sarà possibile ma verrà garantita la cassa integrazione per un certo numero di mesi e quindi una garanzia di reddito e di ricerca di un percorso per far trovare a queste persone un nuovo lavoro. È sato quindi un compromesso non al ribasso, che denota appunto da una parte la volontà di Draghi di ridare ossigeno all’economia, dall’altro anche la capacità dei sindacati di fare un passo indietro rispetto ai soliti massimalismi.

Come la chiave sia anche quella degli ammortizzatori lo dicevi anche tu, dopo 7 ore di trattative, quindi una lunga riunione tra il governo e i sindacati, sul tavolo molte questioni come appunto l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, lo stralcio delle cartelle esattoriali e molto altro, non c’è solamente questo aspetto che dal 1 luglio sarebbe scattato lo stop al blocco dei licenziamenti, ma c’è anche un’altra storia che abbiamo avuto modo di raccontare durante queste settimane e cioè la fine del cash back, oggi è l’ultimo giorni per ottenere il rimborso eventuale, ma vedo che non ci si sta tra virgolette strappando i capelli per il fatto che si sia esaurito questo provvedimento anche se c’è un piccolo dibattito sul cash back e cioè se si tratta di un’idea geniale o se si tratta di soldi sprecati che si potevano utilizzare per altri utilizzi, tu che idea ti sei fatto?

L’idea del cash back nascita da una logica costruttiva, ovvero quello di incentivare i pagamenti con la carta e di renderli quindi tracciabili questo in vista di una lotta all’evasione fiscale, perché se i pagamenti sono con la carta i pagamenti risultano direttamente anche all’agenzia delle entrate e quindi può fare il suo lavoro. Diciamo che se questa impostazione era positiva all’inizio, l’evoluzione del cash back e del super cash back ha dato spazio anche a fenomeni abbastanza discutibili come l’eseguire transazioni di 1€ o 2€ facendo benzina quindi delle cose che non incentivavano l’uso normale della carta di credito. Poi c’è un altro fattore che direi essenziale in questo profilo, che molti provvedimenti del governo precedente non vanno nella direzione di lottare contro l’evasione fiscale. Mi spiego meglio, molti bonus e garanzia sono legate al reddito, ora una persona che ha un reddito medio, se evade qualcosa, può arrivare a quella soglia tale per avere i bonus e gli incentivi dati dal governo, ora questo è un incentivo all’evasione fiscale, se invece venisse fatto un bonus come “chi paga tutte le tasse può avere delle tasse più basse” questo sarebbe già un passo in avanti, invece c’è una politica un po’ contradditoria. Direi che il cash back è stata un’esperienza e non mi sorprende che persona come Draghi che di tecnica bancaria ne sa molto, abbia deciso di porre fine o di sospendere questa esperienza perché erano più le cose che non andavano nella direzione giusta, perché si parla di 3/4 miliardi all’anno, che non sono noccioline e questo a beneficio di chi? Di certo di chi sta bene e ha la carta di credito e la usa, di certo non dei poveri o degli anziani, quindi una misura un po’ regressiva come si dice in gergo fiscale, perché aiuta chi guadagna di più e non agevola chi guadagna di meno.

Queste sono anche un po’ di polemiche che si stanno generando, Patuanelli dice che è un errore lo stop, la Meloni “noi da subito i primi a dire che era un’idiozia”, M5S che sostiene che il piano era antievasione e funzionava. Questo ci porta all’ultimo tema che volevo affrontare con te e cioè la politica italiana che vede segnali di vita da parte del centro destra, quello legato a Berlusconi, le cui condizione di salute evidentemente migliorano, che sogna la CDU, che potrebbe essere la nuova alleanza del centro destra anche se all’interno della quale la Meloni ha detto di non voler entrare. E poi c’è quel mostro a due teste che rappresenta il M5S e la rottura definitiva tra Grillo e Conte e che a questo punto una delle due teste andrà a decapitare l’altra, dobbiamo capire quale.

Viviamo in un periodo direi interessante in cui c’è molto da commentare e da scrivere, anche da prevedere ma ovviamente non è facile, giustamente hai sottolineato questi due fronti, io direi che quello del centro destra è un fronte che si muove molto lentamente e che non credo creerà problemi al governo, tutti i partiti, Forza Italia e la Lega hanno garantito il loro appoggio al governo e l’opposizione della Meloni è più formale che sostanziale anche su alcuni punti ha mostrato di allinearsi, come lo stesso cash back, alle decisioni del governo. Quindi su questo fronte direi che non ci saranno grandi novità nei prossimi mesi, lo stesso Berlusconi ha detto che non si tratta di una cosa da fare alla svelta, una cosa da far maturare da qui alle prossime elezioni che saranno nel 2023 o comunque dopo l’elezione del nuovo capo dello Stato nel 2022. Quello più curioso invece è la vicenda dei 5 stelle, questa lotta tra Conte e Grillo che infondo dimostra come si tratti di un partito di vertice e non sia mai stato un partito di democrazia diretta come volevano fare intendere all’inizio, è un partito che ha avuto un leader e anche delle scelte un po’ bizantine, di allearsi prima con la Lega poi con il Pd, di avere recuperato una volontà governativa dopo un inizio in cui tutto era contro tutto, quindi è un partito in grande trasformazione e i sondaggi dicono che è in difficoltà nel consenso popolare, ma i sondaggi sono spesso sbagliati, si tratta più di previsioni che di reali intenzioni di voto. In Francia il risultato è stato molto diverso da quanto prevedevano sia gli esperti che i sondaggisti. Ecco quindi è difficile intravedere quale sarà la prospettiva dei 5 Stelle, se Conte farà un suo partito, certamente non potrà restare all’interno dei 5 stelle dopo l’anatema che gli ha mandato Grillo così come bisogna vedere quale sarà a prevalere, se la frangia governativa guidata anche da un Luigi Di Maio che si muove bene all’interno della realtà internazionale, almeno come immagine ed è impensabile che possa fare lo sgambetto al governo Draghi anche se per un periodo era stato leader del movimento. E poi c’è la frangia dei 5 stelle rimasta dura e pure che contrasta tutto e vorrebbe andare all’opposizione che però non è nemmeno quella a cui potrebbe fare riferimento Conte e quindi le anime non sono solo 2 ma sicuramente di più. Fare previsioni è difficile anche perché una personalità come Grillo ha tanti problemi, deve fare i conti con se stesso e questo spesso è difficile farlo, ma vedremo quali saranno le evoluzioni anche imprevedibili che avrà questo movimento.

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